Sigonella va alla guerra in Libia? Si sapeva già…

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Di Salvo Barbagallo

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A volte (forse anche spesso) i nostri governanti amano trastullarsi con la presunta ingenuità del cittadino comune, e con le loro dichiarazioni sono convinti d’aver persuaso chiunque. Nella maggior parte dei casi (forse) è così, ma sicuramente in molte circostanze rimangono fondati dubbi sulla veridicità tout court di molte affermazioni di chi ha nelle mani le sorti del Paese.

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sig2Dall’interventismo dichiarato ai retromarcia altrettanto dichiarati del premier Matteo Renzi su un “possibile” intervento armato in aiuto del del presidente libico, sostenuto dall’Onu, Fayez al Sarraj, son passati, nei mesi, avvenimenti che hanno sconvolto l’Europa: il terrorismo jihadista ha fatto le sue vittime e resta la principale minaccia sul quotidiano vivere di tutti, al di là dei Paesi d’origine. L’Isis va estirpata con la forza là dove può essere estirpata: le posizioni del Califfato nero di Abū Bakr al-Baghdādī più vicine all’Europa allo stato attuale si trovano nella Sirte, e nella Sirte vanno colpite anche perché minacciano il nuovo governo libico. Ed ecco che gli Stati Uniti d’America, su richiesta di Fayez al Sarraj, dà il via ai raid aerei, portati a conoscenza dell’Italia. L’agenzia Ansa riporta: I raid sono stati valutati “positivamente dall’Italia” ha reso noto la Farnesina, precisando che Roma “incoraggia a realizzare le iniziative per ridare stabilità e pace ai libici.

Tutto nella norma e dentro i rapporti-guida della Coalizione internazionale che combatte l’Isis, e come dichiara lo stesso ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, “…un fatto molto positivo che gli americani abbiano deciso di intervenire”.

Francesco Semprini sul quotidiano La Stampa scrive: Su Sirte lo sforzo è “corale”, spiegano fonti militari, che confermano come il lavoro delle forze aeree è coordinato con quello di forze speciali dal basso che operano assieme alle unità di terra libiche. Uno sforzo quello terra-aria che potrebbe essere rafforzato ancora (…).

sig1Claudio Torre sul quotidiano Il Giornale scrive: A quanto pare è molto è molto probabile che i prossimi raid statunitensi possano partire dalle basi di Aviano e Sigonella in Italia. E inoltre, come riporta Repubblica, i nostri caccia potrebbero avere un ruolo operativo nelle operazioni. I raid e un eventuale appoggio del nostro Paese fanno parte di accordi che il nostro paese ha stretto in sede internazionale. Per il momento l’Italia comunque resta lontana da un coinvolgimento diretto, ma non è escluso che questo possa avvenire nelle prossime settimane. E a quanto pare, secondo quanto riporta il Corriere, un ok da parte del governo italiano per l’uso di Sigonella ci sarebbe già. L’accordo firmato con gli americani per l’utilizzo di Sigonella impegna il governo italiano ad autorizzare “tempestivamente” la missione di fronte alla richiesta del comando militare statunitense e l’ordine per l’avvio dell’azione dovrà essere “concesso in tempi brevissimi”. Undici caccia sono pronti per il decollo.

sigPer noi Siciliani che in Sicilia viviamo, il punto d’attenzione è Sigonella e le altre installazioni USA sul territorio isolano. È vero, il governo italiano ha dato il “via libera” per l’operatività dei droni di stanza a Sigonella, i Global Hakws e i Predator, ma gli Stati Uniti d’America i loro micidiali ordigni li fanno “volare” da tempo e per destinazioni che (forse) gli stessi militari italiani sconoscono. Potrebbe apparire retorico ricordare, infatti, che Sigonella pur essendo base “italiana” è Naval Air Station, installazione USA “autonoma”, e quindi quanto accade al suo interno (che lo si ammetta oppure no, il discorso non cambia) è di stretta competenza statunitense e “non” italiana. Inoltre (ed è sempre “pura” retorica) si deve ricordare che la Naval Air Station di Sigonella è la base di supporto della VI Flotta USA da sempre di stanza nel Mediterraneo nella pienezza della sua operatività. Inoltre ancora (ed è sempre “pura” retorica) si deve ricordare che nella guerra contro Gheddafi del 2011 gli aerei USA decollavano da Sigonella e da Trapani. Quindi che i jet o i droni a Stelle e Strisce operino (o opereranno?…) da Sigonella non è “notizia”, e sostenere che il governo italiano adotta una posizione “cauta” nelle nuove azioni militari in Libia è pur sempre “pura” retorica. Per non dire altro.

L’Italiano ingenuo? Sicuramente, ma fino a un certo punto….

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